Racconto di gruppo (esperimento)

La risposta di Giulio non si fece attendere che pochi istanti.
"Angelica... che sorpresa! E che piacere leggerti dopo così tanto tempo! È una incredibile coincidenza, sai? Ieri notte ho fatto un sogno in cui tu ed io... Ti ricordi quanta passione e fantasia avevamo, vero? Dimmi di te, e l'intento per il quale mi hai cercato. "

...In un istante le tornano alla mente l'infinità di momenti eccitanti passati insieme durante quei "pomeriggi clandestini" intrisi di passione e trasgressione nella villa, ormai abbandonata, della matrigna, in campagna, poco fuori città e quei ricordi le riaccendono dentro un fuoco che in pochi secondi le bagnano già le mini mutandine che indossa.

la vidi che i pensieri la stavano tartassando, per cui per premura le dissi: “ che c'è? non pensarci” lei annuì. La baciai virtualmente sulla fronte, scesi sugli occhi poi sulle guance poi sul collo e mi concentrai sulla bocca, lei intanto mi accarezzò il ventre concentrandosi lungo i miei fianchi e spalle. L'aria ormai era irrespirabile i nostri erano affanni e non più sospiri. La stanza intorno a noi bruciava.

Sarà stato per il troppo peperoncino di quella cena o per la bottiglia di Traminer col quale cercai di spegnerlo... Di fatto la mia sensazione di vivere quei momenti era così reale che decisi di non rivolgermi altre domande e mi concentrai esclusivamente su di noi...

Ma lui,dopo tutto quel tempo ,avrebbe davvero ritrovato tutta quella perversa foga nel dedicarsi a certi atti così eccitanti?
Forse era stato un errore richiamare un uomo ormai sepolto nel passato,così Angelica penso di cercare qualcuno mai incontrato prima per dare un nuovo impulso ai desideri che la tormentavano

La mente tornò a quel nuovo postino che da qualche settimana consegnava la posta nel nostro quartiere, chissà se mi aveva notata quando per un attimo l'altro giorno ero rimasta bloccata a fissarlo....

...e casualmente alle 9:01 mi ritrovai anche io nel vialetto con indosso solo una maglia bianca decisamente bagnata e un paio di slip: "ho un problema 'idraulico'... Aiutami ti prego non so nulla di rubinetti e tutta quella roba... Rischio di annegare se non ci metti una mano... Se "non mi dai" una mano...Sorry..."

Mi guarda sorpreso come se avesse visto un marziano e mi dice….. “sicura che non piova dal tetto?” E si mette a ridere

Lei replica con un sorrisetto e per tagliare corto risponde con voce lenta e sospirata: "seguimi, dai". Non attende la risposta ma si gira facendogli strada per il corridoio. Le natiche sode ondeggiano selvagge davanti al postino che non può che seguirla. Lei non si volta, eppure sente gli occhi di lui sul suo corpo.

Mentre avanza sente squillare il cellulare... Sul display legge il nome "GIULIO" insieme ad un innumerevole numero di notifiche di messaggi telegram e whatsapp non visualizzati...cosa vorrà adesso??

Intanto quella vista sublime di chiappe danzanti era talmente eccitante che sentiva il cazzo indurirsi, fuori controllo

Poi però l uomo so ferma,pensa un momento e dice...ti dispiace se chiamo una coppia di amici...0er divertirci tutti insieme?

Poi Rocco urla:"stooop, adesso passiamo alla prossima scena, lei sul divano a gambe spalancate, il postino a destra, Giulio in ginocchio che le lecca il clitoride e l'amico di colore che glielo mette in bocca". Azione!!

Rocco la guarda con il sorrisino di chi sta pensando a qualcosa, le fa cenno di avvicinarsi, prendendo un pennarello dalla tasca. Angelica è ancora in slip e maglietta bagnata, si avvicina a lui in toro remissivo, con lo sguardo basso, sostiene appena lo sguardo. Lui porta una mano sulla sua maglietta tendendola, così da accentuare la forma dei seni lì sotto. L'autografo viene fatto proprio all'altezza del seno sinistro, vergato lentamente. La pressione della punta sul seno, Angelica sospira.

...e viene.

Però tutto questo ad Angelica non bastava più... Le scene dei film in cui sempre più spesso veniva ingaggiata saziavano solo temporaneamente i suoi sempre più perversi desideri. Ormai sentiva che i sesso, per quanto appagante e intenso potesse essere, non le dava quell'eccitazione e quel senso di abbandono totale che aveva provato solo una volta nella sua vita...

Così ,dopo una vita di esperienze e trasgressioni,avendo esaurita la sua vena di 0assione per il sesso....decise che avrebbe affrontato la più coraggiosa e trasgressiva scelta della sua vita....entrando in monastero.
Ora si chiama sorella Maria delle carmelitane scalze.

The end

Spegne il televisore e dice..che film strano!
sembra un sogno, maria, casaliga di Voghera e sudata, forse il caldo dell'estate l'ha fatta addormentare e ha confuso il film con ilsogno..quello che cerca e che non ha mai avuto da anni..la su vagina e umida e un calore parte dalle gambe e l'attraversa come una scarica elettrica in tutto il corpo..quel film aveva risvegliato qualcosa in lei a qualcosa aveva cercato di bloccare le sue fantasie..ma le fantasie, si sa ..trovano sempre il modo di scappare.

Tutto, ai miei occhi, ormai si presentava grigio in quella giornata afosa.
La testa si faceva sempre più pesante e proprio allora mi venne in mente che lui mi aveva fissato l'appuntamento sotto la loggia in centro per le 19.00, ed erano passate da poco le 18.00.
“Non più tardi delle diciannove, mi raccomando!” aveva esclamato, e se ne era andato via, allungando il passo.
Cominciai lentamente a vestirmi, dopo essermi truccata non troppo vistosamente per l'occasione. Mi ero prefissata di andare; scelsi per l'occasione biancheria intima nera molto velata, con particolare cura alle calze. Tutto si intonava alla giornata:

Boh... continuo io: la gonna grigia con un breve spacco sul fianco, la camicetta di seta nera che lascia­va trasparire quel tanto, lasciando sulla pelle velate ombre scure che si disperdeva­no lungo i fianchi, come nuvole sciolte al vento. La fantasia avrebbe fatto il resto, al momento giusto.

Mancava poco alle 19.00, ero in ritardo.

Mi affrettai a chiamare un taxi, mi avrebbe portato all'indirizzo annotato sul taccuino, trovato qualche giorno prima sulla sua scrivania.
La macchina arrivò puntuale; frettolosamente salii, appoggiandomi malvolentieri su quei cuscini che sapevano di scarsa pulizia. Non mi sono mai piaciuti i taxi e tanto meno i loro autisti, vogliosi di instaurare un discorso con la prima donna che portano a destinazione. I loro pensieri, “Dove andrà...cosa farà a quest'ora...non è certo una casalinga...”.
Freddai quasi cortesemente ogni inizio di dialogo del tassista, ed al momento di pagare gli lasciai il resto, quasi volermi farmi perdonare o forse anche per uscire al più presto e respirare aria meno viziata

Il tassista mi fece scendere quasi davanti al grande portone del palazzo di cui gli avevo indicato il numero. Un edificio totalmente costruito esternamente in vetro, ma non ricordavo di averlo mai visto prima di allora; non mi affrettai a suonare, anzi , ripercorsi il marciapiede di qualche metro, verso un bar di lì poco distante. ( Vado avanti da solo, mi intriga)