Santi peccatori

**********atore Uomo
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Santi peccatori
Visto che si è parlato recentemente di religioni, credo che termini come santo e peccatore incendino la nostra fantasia, indipendentemente se crediamo o meno o se abbiamo o non abbiamo ricevuto un’educazione religiosa.

Shakespeare scrive in un dialogo

Romeo: Se io profano con la mia mano indegna questo santuario è un peccato gentile... le mie labbra come due pellegrini chiedono la grazia di ripare la rude offesa con un dolce bacio
Juliet: Buon pellegrino non disprezzare la tua mano che ha dimostrato solo devozione... Perché i santi hanno mani che i pellegrini toccano con le mani, ma palmo contro palmo, questo è il bacio dei santi
Romeo: I santi non hanno labbra come le hanno i pellegrini?
Juliet: Si pellegrino, ma servono solo per pregare!
Romeo: Allora mia santa concedi che le labbra preghino come le mani, o la fede diventa disperazione!
Juliet: I santi non si muovono, ascoltano chi prega, nient'altro!
Romeo: E tu non muoverti mentre mi esaudisco da solo
* Bacio *
Romeo:... dalle mie labbra le tue labbra hanno tolto il peccato!
Juliet: e le mie lo hanno avuto dalle tue...
Romeo: Lo hai avuto dalle mie labbra!? Che incoraggiamento soave... Allora rendimi il mio peccato!


Al di là se credete o meno, se avete ricevuto o non avete ricevuto in educazione cattolica e se conosce o non conoscere la storia di Giulietta e Romeo sarei curioso di sapere se avete famigliarità con questi termini, se vi suscitano qualcosa a livello emotivo/emozionale e cosa vi suggerisce questo dialogo.

Io personalmente amo molto l’idea di commettere peccato, in un certo senso mi da modo di riconoscere come sacro quello che violo dell’altra persona e questo mi permette anche di rispettarlo profondamente.
*******fun Donna
956 Post
Argomento molto interessante e direi anche molto profondo, non solo perché hai tirato in mezzo Shakespeare, ma proprio per la tematica.

Io sono dell'idea che in generale, tenere a mente l'esistenza del peccato, rende molte circostanze interessanti. Un po' come il non detto, il nascosto... quella sensazione del "non si fa".
Personalmente la trovo molto molto eccitante, sia in circostanze erotiche che non in realtà. Sarà che amo il brivido?

Non penso che nel mio caso sia strettamente correlato alla religione, ma a un insegnamento più ampio che viene della famiglia, in parte dalla religione, dalle scuole e dalla cultura tutta.

Trovo questo dialogo molto erotico, intimo. Il fatto che loro non debbano, ma fanno, qualcosa di vietato, ai miei occhi li unisce ancora di più perché condividono una sorta di segreto. Quel segreto che poi resterà in sguardi, sorrisi...
In generale trovo la violazione qualcosa di stuzzicante, ovviamente restando nei limiti della decenza, del rispetto, della condivisione tra le due parti. Bataille ne L'erotismo, parla molto di questo argomento, lo consiglio (lettura pesantina).
**********atore Uomo
131 Post
Creatore argomento 
@*******fun grazie per il consiglio letterario, sicuramente finirà nella mia libreria molto presto (anche perché è da una vita che voglio leggere qualcosa di suo), intanto ho reperito ancora bigotti che inizierò a breve.

Il tuo punto di vista sulla questione è molto interessante, mi fa pensare un po’ a quando si è bambini, al brivido di infrangere un divieto quando viene imposto, al malessere che ti prende ed al sollievo che si ha quando, in alcune occasioni, non succede nulla o non si subiscono conseguenze.

Inoltre il non detto, il nascosto ed il non si fa, sono cose che possono rendere “complici” sia in ambito sessuale che non e questo sicuramente rende il brivido di cui parli in esperienza condivisa.

Del resto lo stesso testo di Shakespeare, se non si prende solo in considerazione la storia d’amore tragica, parla di queste cose.

Ti ringrazio anche per avermi fatto vedere un altro aspetto dell’erotismo e dell’intimità del dialogo.

Personalmente trovo molto erotico ed intimo il gioco di rendersi santi e peccatori a vicenda, proprio perché si entra insieme ad un’altra persona nel campo della trasgressione di un “divieto”, di “un non si fa”, imposto dalla famiglia e dalla società, esorcizandolo, accettando di essere santi e peccatori.
**********atrix Coppia
45 Post
Il concetto di santi e peccatori è strettamente legato alla cultura antica, dove la religione era dominante in quasi tutti gli aspetti della vita della gente. Oggi portiamo insieme a noi e nella nostra percezione di giusto e sbagliato, santo e profano, purezza e peccato, questo retaggio antico.

Da una parte troviamo ormai troppo forzato questo concetto di peccato, perché porta dietro di sé una concezione negativa della sessualità, dall'altra invece lo troviamo estremamente romantico, ma soprattutto eccitante in quanto vivere nel peccato presuppone andare contro la cultura odierna, ribellarsi ai canoni attuali che ormai ci stanno stretti.

Siamo d'accordo con @*******fun riguardo alla condivisione del peccato.. in generale condividere un'esperienza, spesso proibita, lega due individui in una maniera intima e a tratti quasi erotica. L'amore tra Romeo e Giulietta è l'esempio di come i segreti di due amanti fanno ardere la fiamma della passione in maniera estrema..
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