Disforia di genere e transizione

*******fun Donna
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Disforia di genere e transizione
In Italia ad oggi avvengono moltissimi interventi di Transìzione…. la transizione fisica da maschio a femmina, e viceversa, è un percorso individuale e personale che inizia con la diagnosi di “disforia di genere”.

La Dottoressa Sellitto ha scritto un breve articolo per noi: Transizione, rapida spiegazione della Dott.ssa Selitto

Cosa ne pensate?

è un tema molto delicato che ahimè non molte persone comprendono.
Vivere in un corpo che non sentiamo nostro non credo che possa essere una sensazione con la quale è semplice vivere.
Per fortuna oggi è possibile modificare l'esteriorità in funzione del nostro interno, del nostro sentire. Soprattutto perchè per molte persone è importante.

Non è per nulla facile scegliere un percorso così, molto lungo, non sempre facile per molti motivi...fisici e psicologici ovviamente.
Penso ci voglia veramente una grande forza interiore oltre che il semplice desiderio e il bisogno.
È un'argomento dove non metto bocca. Sono l'ultimo che può parlare su questo tema.
*********lpha Uomo
37 Post
Per me se analiziamo bene la frase : vivere in un corpo che non sentiamo nostro, per me è sinonimo di problematico mentale. Che negli ultimi anni sta degenerando perchè ci sono molti esempi di queste persone che per colpa del politically correct vengono troppo ascoltate e posso diffondere questo modo di pensare sbagliato. E un'influenza negativa che viene inculcata nella testa volendo o no. Questo tipo di pensiero lo percepiacomo soprattutto i più deboli e insicuri. Per tutto cio sono del parere che la cosa deve essere messa sul piano che è sbagliato e non che sia giusto che uno cambia sesso (che in realtà e sempre un uomo o donna solo che gli hanno girato il membro) ma piuttosto aiutarlo a stare bene con se stesso che è la cosa piu inportante.
Quindi io non sono favorevole a queste persone problematiche che possano fare quello che vogliono perche influemzano la società
*******ura Uomo
201 Post
Ognuno è libero di frequentare o meno persone transessuali, ma definire chi vive una disforia di genere come "malati" e da condannare è una posizione transfobica. Mi chiedo quale sia la distanza dal considerare invertiti o sodomiti coloro che scelgono di fare sesso con persone del loro genere. E forse che una donna che cerca il proprio piacere sessuale, non concentrandosi esclusivamente su quello dell'uomo, è una poco di buono?
Mi stupisce leggere certe cose in un forum che affronta la sessualità in modo aperto e maturo. Specie se in una esposizione disarticolata che rivela il livello dell'ordine concettuale delle idee espresse.
*******fun Donna
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@*********lpha l corpo influenza la mente e la mente influenza il corpo. Non sono enti separati, sono enti che vivono l'uno dell'altro.
Certo non sarà io a dirti che il tuo ragionamento nel 2023 è molto pericoloso, ma ad oggi finalmente, dopo anni, siam arrivati a capire che è possibile stare male, tanto male, così male da sentire necessario un cambiamento molto molto forte.

Non è il politicamente corretto a dare ragione a loro, semplicemente se vivi in un corpo che non riconosci come tuo è veramente terribile.
Per altro il processo di transizione è lunghissimo e non semplice, sia dal punto di visa legislativo che proprio emotivo per chi lo vive. In poche parole: queste persone non cambiano sesso per sport, cambiano sesso perchè soffrono. Per altro per cambiarlo devono soffrire altrettanto per mesi, anni anche e sia fisicamente che psicologicamente. NOn c'è una capriccio dietro. C'è un dolore immenso.

Non sono le persone a essere problematiche.
Inoltre non parliamo di società moderna. La disforia è sempre esistita, semplicemente oggi se ne parla, la si è studiata, si sta comprendendo meglio. Anni fa, con i tempi del tempo che era, ovviamente non si parlava di disforia, ma di moltissime altre cose che erano tutt'altro che quelle.
*******nman Uomo
131 Post
Citazione di *******fun:
Disforia di genere e transizione
In Italia ad oggi avvengono moltissimi interventi di Transìzione…. la transizione fisica da maschio a femmina, e viceversa, è un percorso individuale e personale che inizia con la diagnosi di “disforia di genere”.

Seguo questi argomenti proprio tramite una ragazza trans e il suo canale twitch dove fa divulgazione su identità di genere, orientamento sessuale, inclusività e tutte le problematiche che girano intorno a questi argomenti.

Scusami se ti riprendo ma è più corretto dire transizione verso l'identità di genere uomo o donna perché i termini maschio e femmina identificano il sesso biologico, detto in termini grossolani nasciamo maschi o femmine e veniamo identificati con identità di genere di uomo o donna in conformità al sesso biologico poi chi effettua la transizione la fa da uomo a donna o da donna a uomo; ma la definizione biologica rimane maschio o femmina; quindi la donna transgender è un individuo maschio che è stato identificato come uomo alla nascita ma non si riconosce in questa identificazione e quindi si identifica come donna; l'uomo transgender è un individuo femmina identificato come donna alla nascita che non si riconosce in questa identificazione ma in quella di uomo.

Poi in realtà anche sull'identificazione biologica (maschio/femmina) ci sono diversi approcci perché scientificamente quella identificazione avviene per fenotipo, quadro ormonale e corredo cromosomico, ma qui è meglio non entrare nei dettagli per non rendere la questione ancora più complessa, perché alcuni transgender in virtù del quadro ormonale e fenotipo modificato nel percorso di transizione pensano di potersi anche definire biologicamente maschi o femmine perché 2 su 3 degli elementi è stato cambiato con l'intervento della terapia ormonale e delle modificazioni/adattamenti corporei; però è evidente che resta il quadro cromosomico che è quello della nascita.

Teoria a parte comunque è più corretto parlare di uomini e donne transgender (lasciando da parte i termini maschio e femmina): è una condizione che io riconosco a pieno nella sua complessità e difficoltà nel viverla e che può portare alla "disforia di genere", ma non necessariamente perché la disforia non è il non riconoscersi in sé, ma il disagio esistenziale che ne può derivare o perché non si viene riconosciuti dalla società nell'identità di genere che si riconosce come propria o perché fisicamente si rifiutano i tratti fisici posseduti tipici dell'identità di genere opposta a quelle in cui ci si riconosce.
Ma anche qui c'è molta variabilità, tanto per fare un esempio: ci sono donne trans che non hanno nessuna disforia per genitali e pene maschile mentre altre provano un estremo disagio per il fatto di possederli e vorrebbero liberarsene ma non per questo necessariamente affronteranno l'intervento relativo come fanno invece alcune donne transgender.

Dire che la transizione inizia proprio con la diagnosi della "disforia di genere" credo sia corretto per quello che riguarda il mero punto di vista medico, perché necessaria per iniziare le terapie ormonali ed effettuare le operazioni per le modifiche ai genitali se non sbaglio (qui in Italia poi perché per l'estero non sono aggiornato); però se analizziamo il completo percorso personale di un individuo immagino possano esserci degli step che avvengono anche prima dell'avvertire la vera e propria disforia o magari avvenire anche in quei casi (anche se magari pochi) dove la disforia non è detto che si arrivi ad avvertirla.

La transizione verso il genere femminile mi pare di aver capito che è molto più difficile che viceversa, perché il testosterone che viene somministrato alle femmine che si riconoscono nell'identità uomo è molto potente a differenza delle cure ormonali per individui nati maschi che si identificano come donne. Oltre a questo la tempistica con cui si iniziano questi passaggi della transizione può essere determinante per il passing o identificazione fenotipica; detto in termini più spiccioli chi inizia prima le cure è più probabile che arrivi ad ottenere l'identificazione in termini di aspetto a cui aspira; solo che appunto l'accesso a queste cure dal punto di vista medico prevede un percorso complesso e che qualcuno è anche scoraggiato ad intraprendere per le difficoltà che si possono incontrare.

Ho piena solidarietà nei confronti di queste persone perché comprendo che possano vivere una vita estreamemente complicata e difficile dovendo affrontare: la discriminazione sociale, a volte dalla loro stessa famiglia o dagli amici; tutto il percorso per accedere alle cure mediche e possibilmente in maniera tempestiva; gli effetti negativi che comunque queste cure mediche comportano (effetti collaterali); gli interventi di chirurgia estetica con il rischio ad essi connesso e anche una percentuale di probabilità di essere insoddisfatti dopo di essi; per alcuni l'impossibilità di arrivare mai ad essere soddisfatti del loro fenotipo/passing... e poi magari c'è altro che al momento non mi viene da elencare.

Tutto quello che ho scritto deriva da quello che ho imparato in anni di informazione, ma sono pronto a rivedere le mie conoscienze e quello che ho scritto se opportuno ^^
*******nman Uomo
131 Post
Citazione di *********lpha:
Per me se analiziamo bene la frase : vivere in un corpo che non sentiamo nostro, per me è sinonimo di problematico mentale. Che negli ultimi anni sta degenerando perchè ci sono molti esempi di queste persone che per colpa del politically correct vengono troppo ascoltate e posso diffondere questo modo di pensare sbagliato. E un'influenza negativa che viene inculcata nella testa volendo o no. Questo tipo di pensiero lo percepiacomo soprattutto i più deboli e insicuri. Per tutto cio sono del parere che la cosa deve essere messa sul piano che è sbagliato e non che sia giusto che uno cambia sesso (che in realtà e sempre un uomo o donna solo che gli hanno girato il membro) ma piuttosto aiutarlo a stare bene con se stesso che è la cosa piu inportante.
Quindi io non sono favorevole a queste persone problematiche che possano fare quello che vogliono perche influemzano la società

Ti stai pronunciando con affermazioni che vengono smentite da studi psicologici scientifici portati avanti da persone esperte e sul lungo termine.
Credo che tu ti debba informare meglio.
*********lpha Uomo
37 Post
A me piace parlare di numeri e i numeri dicono che in tailandia una prostituta su tre era un uomo... un enorme percentuale di siti di incontri sono trans. Quindi io penso che alla fine nonostante tutto la maggior parte di quelli che cambiano sesso fanno i prostituti quindi arrivo alla conclusione di dire che sono persone problematiche senza riguardi e senza rispetto.
*******ura Uomo
201 Post
Gli stessi numeri dicono che chi cerca queste donne transessuali sono spesso persone etero (tra cui molti italiani) che cercano in questi posti sesso facile, senza problemi. Mi chiedo dunque chi non rispetti chi.
Ciò non elimina la questione della disforia di genere che non c'entra molto con quei luoghi da "vacanze sessuali", guarda caso collocati in luoghi dal tenore di vita più basso.
*******nman Uomo
131 Post
Citazione di *********lpha:
A me piace parlare di numeri e i numeri dicono che in tailandia una prostituta su tre era un uomo... un enorme percentuale di siti di incontri sono trans. Quindi io penso che alla fine nonostante tutto la maggior parte di quelli che cambiano sesso fanno i prostituti quindi arrivo alla conclusione di dire che sono persone problematiche senza riguardi e senza rispetto.

Ti stai "aggrappando" ad una tua visione personale che non ha riscontro negli studi scientifici, perdonami ma le tue affermazioni sono al pari di quelle dei terrapiattisti come attendibilità per inquadrare la realtà transgender che non è un fenomeno solo della Thailandia ma un fenomeno mondiale e storico pure.
*******nman Uomo
131 Post
Ci sarebbe da citare anche il fatto che oltre ai transgender binari, ci sono anche i transgender non-binary che sono quelle persone che non si identificano né nel genere uomo né nel genere donna, ma qui si apre una parentesi ancora più complessa ricca di individualità soggettive e che trovano difficile identificazione in una rappresentanza.

Anche loro possono soffrire di "disforia di genere" per come vengono percepiti a livello sociale e nelle loro caratteristiche fenotipiche; qui però si apre un altro mondo che anche se magari non sarà rilevante a livello statistico come le persone transgender binarie credo che abbia diritto ad essere riconosciuto ed è molto complesso appunto per le notevoli differenze tra le individualità che rientrano nella classificazione non-binary.

Tra l'altro ci sono persone transgender binarie che faticano loro stesse a comprendere la situazione dei transgender non-binary e quindi tra le due categorie, che poi in realtà rientrano in una macroclassificazione delle persone transgender ossia che non si riconoscono con il genere assegnato alla nascita, non sempre c'è solidarietà.
Sono molto appassionato della storia delke tribu dei nativi nord americani , in quelle società chi nasceva ermafrodito o con caratteri sessuali non chiaramente definiti, od omosessuali, era visto come un regalo delle forze sovrannaturali e rispettato quasi alla pari di uno shamano.
Immagino quindi che pochi di loro, anche se fosse stato possibile, avrebbero deciso di cambiare il loro sesso, anche perché cambiarlo sarebbe come ammettere di essere un errore della natura.....ma la natura può realmente fare errori??
Probabilmente si sentivano si diversi, ma non un errore od inferiori, anzi la società in cui vivevano li faceva probabilmente sentire quasi privilegiati nella loro diversità.
Ciò che voglio dire è che forse oggi le persone che non si sentono comode con la loro sessualità é perché non si sentono completamente integrate nella nostra società.
I
Considerare le persone che stanno affrontando o hanno affrontato una transizione, come delle persone malate, è insensato. Volerlo poi dimostrare sostenendo che la maggior parte di queste persone si prostituisce, è aberrante. Premesso che, là dove la prostituzione è una scelta spontanea e non imposta da criminali che la sfruttano, non ha nulla di malato o perverso. Ritengo assolutamente dignitoso il lavoro di prostitute, gigolò e escort. E se queste persone fossero costrette e scegliere questa carriera a causa di una società che le ghettizza? Una società che non ha ancora riconosciuto i più basilari diritti civili e giuridici alle coppie omosessuali, una società che non ha alcun tipo di sensibilità verso i transgender, o verso la diversità, in geneale... Qui sta la malattia, nell'intolleranza e nel pregiudizio nel quale ci ostiniamo a rimanere.
Citazione di ******980:
Considerare le persone che stanno affrontando o hanno affrontato una transizione, come delle persone malate, è insensato. Volerlo poi dimostrare sostenendo che la maggior parte di queste persone si prostituisce, è aberrante. Premesso che, là dove la prostituzione è una scelta spontanea e non imposta da criminali che la sfruttano, non ha nulla di malato o perverso. Ritengo assolutamente dignitoso il lavoro di prostitute, gigolò e escort. E se queste persone fossero costrette e scegliere questa carriera a causa di una società che le ghettizza? Una società che non ha ancora riconosciuto i più basilari diritti civili e giuridici alle coppie omosessuali, una società che non ha alcun tipo di sensibilità verso i transgender, o verso la diversità, in geneale... Qui sta la malattia, nell'intolleranza e nel pregiudizio nel quale ci ostiniamo a rimanere.
Concordo su tutto tranne che sul fatto che a suo parere la società dovrebbe riconoscere loro dei diritti civili particolari come coppia , o che dovremmo avere una sensibilità particolare nei loro confronti, perché sarebbe come evidenziare Ancor di più la loro già ovvia diversità, sarebbe un po' come farli sentire categoria protetta.... purtroppo non siamo una tribù nativa Nord Americana, quindi una considerazione particolare probabilmente avrebbe l ' effetto contrario, quello di farli sentire freaks, quindi penso sia molto meglio che vengano considerati come qualsiasi altro individuo , ne più neeno....
Quando ho parlato di diritti civili particolari?! Parlo di estendere quei basilari diritti civili che vengono comunemente riconosciuti alle cosiddette "coppie tradizionali" o alle persone "etero": la possibilità di contrarre una unione che abbia valore giuridico, di poter adottare, di poter accedere ad un posto di lavoro senza esser discriminati in quanto transessuali o omosessuali. Parlo di diritti che dovrebbero essere di tutti gli esseri umani, indipendentemente dall'orientamento sessuale.
Citazione di ******980:
Quando ho parlato di diritti civili particolari?! Parlo di estendere quei basilari diritti civili che vengono comunemente riconosciuti alle cosiddette "coppie tradizionali" o alle persone "etero": la possibilità di contrarre una unione che abbia valore giuridico, di poter adottare, di poter accedere ad un posto di lavoro senza esser discriminati in quanto transessuali o omosessuali. Parlo di diritti che dovrebbero essere di tutti gli esseri umani, indipendentemente dall'orientamento sessuale.
Ah ok, allora concordo, con qualche riserva sul discorso dell' adozione.... credo che un bambino potrebbe sentirsi disorientato dentro una coppia omosessuale
*******fun Donna
956 Post
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@***ov conosco diverse famiglie con genitori omosessuali e i bambini non percepiscono minimamente differenze. Questo a diverse età. Ho amici che hanno ormai figli grandi, amici che invece hanno da poco dei figli. Diciamo che se costruisci una famiglia con delle buone basi...sono quelle a rendere tutto liscio.
Citazione di *******fun:
@***ov conosco diverse famiglie con genitori omosessuali e i bambini non percepiscono minimamente differenze. Questo a diverse età. Ho amici che hanno ormai figli grandi, amici che invece hanno da poco dei figli. Diciamo che se costruisci una famiglia con delle buone basi...sono quelle a rendere tutto liscio.
Mi riferivo più che altro alla sincera malignità dei coetanei a scuola, che potrebbero quasi sicuramente far sentire in continuo disagio ed umiliare il bambino....sapete como sono i bambini....
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