CONDANNA
La mia solitudine è palpabilecome goccia ghiacciata sulla pelle,
grandine che ferisce e punisce,
quale peccato non saprei.
Peccato appoggiato alle labbra
rosse di ciliegie e morsi e baci,
peccato graffiato sul cuore
solchi scavati da parole taciute
Fosse il peccato miele,
che lento cola sul petto,
ci ronzerei intorno
come giovane ape regina
Fosse il peccato vino,
che frizzante bagna la gola,
mi tufferei nel tino
a cercare l'oblio negato
Fosse il peccato pane,
che caldo sazia la fame,
divorerei il tuo corpo
si da averti per sempre con me.