Le mie storie porcelle

"Chi ti manda?? No davvero, per favore mi dici CHI TI MANDA?”
Melita fu colta di sorpresa, nell’enfasi di quel che stava accadendo Sergio aveva tutta l’aria di voler morire sotto il suo splendido culetto ventenne, quel suo improvviso riprendere senno e chiedere di nuovo chi ci fosse dietro un tale complotto la tenne sospesa… ma per pochissimi secondi, per poi riprendere a cavalcarlo senza pietà, determinata a farlo eiaculare come uno stallone sovraeccitato. Gli rispose con voce lieve e arrapante con una risatina accompagnata ancora più crudele e da schizzo.
“Dai su, che ti importa… vuoi saperlo? Te lo dirò solo alla fine di tutto questo… tanto io lo so che ti piace…”
“NO! ti prego uumhff… sono, sono fidanzato, aaah! Smettila cazzo ti prego uumhff”
La voce di Sergio voleva essere imperativa ma nulla poteva ormai al cospetto di quel pezzo di gnocca di 23 anni, la metà degli anni suoi, era evidente che sempre meno poteva resisterle anche se ci stava mettendo tutto l’impegno che poteva da rendere quel momento altrimenti sublime un incubo realizzato dal peggiore degli Inferni.
Avere addosso una figa come quella e combattere con sudore e disperazione.
Direte che fosse uno scemo Sergio ma, la verità era che fidanzato con una splendida donna della sua età, Isabella ed ella… lo teneva in pugno. Non era sempre stata così, quand’ecco che accade anche nelle relazioni non conviventi si precipita nella routine e nella ovvietà di doverci essere l’uno per l’altra. Sergio come accade spesso agli uomini superata la fase di conquista si era accomodato un po’, come atleti che si riposano dopo una rincorsa.
Lei era innamoratissima il sentimento era ricambiato, era esigente e come ogni donna chiedeva gesti e maggiori effusioni, che non percepiva arrivare come in fase di fidanzatini. Voleva stabilità e un minimo di progetto. Quell’essere indipendenti e liberi scopaioli non le era più attuale. Chiedeva impegno!

Pertanto decise una pausa, andando dai suoi nella casa al mare e lasciandolo per mesi solo con enormi punti interrogativi. La vide decisa in questo e lui bravo cagnolino non poté che accettare senza discussione.
Ma questa accondiscendenza buona e remissiva non era completamente caratteriale.
Teneva una certa strizza non solo delle voci che sarebbero potute circolare velocemente e non solo del disprezzo che gli sarebbe stato riservato alla luce del sole, ma in primo luogo di perdere Isabella la donna che amava da impazzire e che non meritava certe cose in corso, tenute nella più segreta riservatezza.
A Melita quella domanda incalzante le era parsa normale e logica, piuttosto lecita tanto che per eccitarsi ancora di più seduta sopra il cazzo duro dell’uomo fingeva di stare a un giochetto in cui ci fosse dietro una cospirazione. Le uscì dunque una risatina, stava adorando farlo impazzire, quanto era divertente essere una cattiva ragazza ben più di quello che potessero entrambi aver creduto!


Quella palla di lardo che era l’uomo, un grosso verro biondiccio capace di presa mentale e un certo fascino virile contrastava con Melita, il suo sottile corpo sinuoso ma dalle curve ai posti giusti

agile e stupendo e privo di segni di decadimento che invece teneva la dolce Isabella: Non era sotto diete, né palestrata, sicuramente si curava bene del suo aspetto naturalmente piacevole alla vista giacché ventenne. La sua pelle era perfetta e quel culetto tonico stava su da solo, ben diversamente da quello già flaccido e enorme di Isabella, la quale aveva comunque i suoi assi nella manica inarrivabili anche sul piano erotico e di attrattiva tanto da sceglierla.

Melita seguiva a fargli una sega col culo senza farsi penetrare avendo indosso un perizomino chiaro che esaltava ancora di più la sua carnagione giusto un filo abbronzata da quei giorni tra fine primavera e inizio estate 2018, e quella cascata di capelli molto mossi di un castano freddo, accarezzava la minuta irresistibile schiena bella dritta e spesso nella vivacità del momento andava a infrangersi anche su lui come mare mosso sul bagnasciuga schiumoso.
"Melita! Ti prego… Umfff…”

Lui, enorme, la Bestia. La pancia che non finiva mai da quella porzione fuori dalla camicia era lucente di sudore massiccio già, come anche indosso e allacciati aveva i pantaloni classici da uomo, cintura allacciata annessa. Da quelle manette pelose e rosa shocking a caviglie e ai polsi non poteva certo alcunché, inoltre era legato con pochi giri di corda sulle gambe e nella vita seppure molto morbidamente non avrebbe potuto comunque andarsene via. Questo essere legato iniziò a metterlo in seria agitazione, così li raggiunse Sara l’amica del cuore di Meli, nonché l’amica del cuore dello stesso uomo dato che tutto era nato molto dall’assiduità di Sergio di andarla sempre a trovare a casa sua.
Amicizia di cui Isabella sapeva benissimo senza problemi ma della quale… non conosceva molti dettagli…

“Sara! Tesoro che sta succedendo perché mi avete dato un sonnifero per farmi questo? E dai Sara liberami è ridicolo… Uff…”
Gli sorrise. Allentò di molto quelle corde e quei lacci e lo liberò anche dalle manette.
Lui sospirò sollevato, emettendo lo sbuffo di un treno a carbone e facendo per mettersi seduto.
Le ragazze lo guardarono, con faccine stranite e anche un po’ scocciate.
“Credevo ti piacesse, Sergio. Uffii io ci resto male volevo giocare con te”


“Sì tesoro ma… e guarda che mica è facile per me dirvi di no, e sono fermo su questo. Perlomeno non di forza, io, io non capisco, la tua amica mi ha chiesto cose, dice che sta registrando tutto e che lo porterà, la tua mogliettina deve sapere ha detto, testuali parole. Bella, poi non è mia moglie, e comunque non deve sapere o sono rovinato!”
“Addirittura?” rispose Melita con in punta di tono un certo sarcasmo perverso, aveva gli slippini già belli umidi dei suoi umori nell’averlo tormentato con quell’assjob. Non riuscì proprio a trattenere una risatina sadica e guduriosa.
Lui stava male aveva una gran voglia di venire ma doveva mantenere il controllo di sé, di quelle monelle, e di tutta la situazione.
Sospirò e provò a spiegarsi con calma e pacatezza.
“Come sai Sara e penso anche te Melita, Bella può essere estremamente vendicativa. È molto amata da tutti, è una nota influencer, ed io l’amo e ho amato anche il suo lato tenero e dolcissimo. Sono sempre stato protettivo con Bella. Le ho fatto delle promesse importanti le ho garantito cose, anche durante un suo lutto familiare, pur di vederla di nuovo serena e aperta alla vita. Avevo messo incinta la mia ex che si era riaffacciata e che credevo addirittura morta!! Maledetto me. Lei logicamente ha provveduto con aborto è sposata. Lo sai Sara io ti confido sempre tutto. Mi son scopato pure due miei amici negli ultimi mesi quando le dissi che certe cose erano esplorazioni adolescenziali mie e che l’idea di un uomo e dello sperma mi fa letteralmente vomitare.
Ho chiesto settimane fa un prestito a un amico per farmi una escort di lusso trovata in rete, mi ha proposto che ne conosce lui stesso, Bella mi tiene astinente da 9 mesi!! ho accordato con un acconto e rateizzazione fattibile per avere queste fighe di cui ho il sospetto che una sia proprio la nipote del capo del mio capo che evidentemente si è aggiunta un po’ di anni in questa situazione visto che se è chi penso di anni ne ha a malapena 17 forse anche 16…
Dato che ho debiti che porto dietro da un pezzo con un tizio per questioni edili gli ho detto che conosco un paio di pupe da urlo dato che anche i sassi di Marte sanno che è un porco allucinante.
Con in più che punta parecchio la mia donna insieme a un suo amico.”
Le due si guardarono e lo guardarono.
“È un cazzo di casino! Ahahahah” esclamò Melita senza trattenere una risatina che non voleva proprio farsi beffe di lui ma per un senso di liberazione.

“Ma se me ne parlavi tesoro ti avrei rassicurato perché da amica del cuore mi sarei aspettata questo. E perché a tutto c’è una soluzione. Ma dovrai fidarti di noi”
Intanto il registratore era acceso nonché la piccola videocamera posizionata sulla mensola.
“E come faccio a fidarmi di voi, io non mi fido di nessuno in realtà adesso quindi non so che fare! Abbi pazienza tesoro ma,” fece per obiettare Sergio ma Sara sfiorò la guancia del grasso omone, la sua pelle era rovinata, con lievi segni di chi aveva sofferto di acne e non il tipo da starsi granché dietro estetismi e “cose di femmine”. Da quel tocco entrambe le gote oleose e con qualche piccolo punto ora sporgente ora lievemente infossato, diventarono rosse come un’aragosta, a momenti veniva là così.
Emise un gemito di sforzo, una sorta di Aahh! degno di uno che cerca di trattenere il proprio carico di sperma che spingeva e saliva e proprio più non ce la faceva. Come cavallerie di gerini indemoniati decisi alla conquista di una bastiglia beffarda e dalle forme femminili, la schiuma aumentava quasi da gorgogliare con tanto di fischio di caffettiera moka… Effettivamente ricordò la prima volta che conobbe Sara al caffè dove lavorava, era ancora poco più che una bambina, diciottenne iniziò a lavorare ma quel bar di amici di Sergio ci girellava come a casa sua essendo una attività di famiglia.
Quando la rincontrò che lei di anni ne aveva 18 era decisamente cambiata! Stava crescendo… Stava diventando sempre più donna. Con tutto quel che una donna è, non più la piccola Saretta dalle codette corvine, ma una creatura sessuale.
È questo che di primo acchito si percepisce molto nelle ragazze in fiore, il passaggio da un candore alla finalità di sedurti, soprattutto se sei un maturo piacente loro sono ghiotte della tua autorevolezza anche se non siano affatto intenzionate sessualmente in loro c’è la coda di una età non lontana nella quale si cercava conferme di sé e protezione simil paterna: Certo non disdegnano anche i ragazzi della loro età ovviamente, sono così imbranati e tonti ma certi con i loro ormoni a mille prestano molte attenzioni e ci si capisce tra pari di strada fatta.