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Il sesso anale danneggia la salute?

è davvero così rischioso fare sesso anale, ce lo racconta l'esperto!

Ad oggi esistono più di 70 nazioni al mondo in cui è punito più o meno gravemente il reato di sodomia. Per sodomia queste norme solitamente intendono il rapporto anale penetrativo tra maschi, ma spesso viene punito allo stesso modo anche il sesso anale eterosessuale.
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Autore:
Claudio Morandini è un fisioterapista e specialista pavimento pelvico.
Lavora a Milano e si occupa anche di educazione e divulgazione sessuale.
Ama molto fare ricerche in ambiti scientifici e storici.
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Per dare un esempio non è nemmeno necessario allontanarsi dal mondo occidentale dato che, al momento della stesura di questo articolo, 11 stati negli USA ancora vietano ogni forma di sodomia, in alcuni casi perfino i rapporti orali, indipendentemente dal genere dei partecipanti: Florida, Georgia, Louisiana, Martland, Massachussets, Michigan, Minnesota, Mississippi, North Carolina, South Carolina e Oklahoma; altri tre stati vietano specificamente solo i rapporti anali omosessuali: Kansas, Kentucky, e Texas.

Le motivazioni?

Principalmente religione, omofobia e la convinzione dei legislatori che nelle coppie eterosessuali non si pratichi sesso anale, ma c’è anche lo zampino della medicina.
Questi rapporti sono stati incolpati delle più svariate malattie e affezioni negli anni, solitamente in completo contrasto con le evidenze scientifiche moderne.
In molti Paesi (tra cui oggi il più eclatante esempio probabilmente è l’India, altro stato in cui il sesso anale è illegale) il parere di medici ed esperti viene usato come deterrente sia nella divulgazione televisiva e online che nelle visite mediche.
Anche in Italia, dove è perfettamente legale, spesso il medico di famiglia o addirittura specialisti come proctologi e ginecologi la indicano come una pratica da evitare perché dannosa a prescindere.

Ma il sesso anale quindi fa male o no?

La risposta, come per quasi tutto ciò che concerne il sesso, dipende dall’educazione ricevuta al riguardo.
Una delle confessioni più frequenti che mi viene fatta in studio è all’incirca:

“Non so quanto influisca sul mio problema ma pratico anche sesso anale”

detto anche con una certa dose di colpevolezza, come qualcuno che parli di caramelle col dentista.
Il loro disorientamento è palpabile quando spiego che è una pratica molto innocua con i giusti accorgimenti.
Una delle condizioni mediche più frequentemente e ingiustamente attribuita al sesso anale sono le emorroidi.

Qualche info in più
L’anello emorroidale è un gruppo di vene presenti normalmente in tutti gli umani, aiutano la continenza e sono un importante sistema protettivo durante la defecazione.
Quando queste vene si ingrossano oltre misura diventano ciò che viene colloquialmente chiamato “emorroidi”: rigonfiamenti dolorosi e spesso sanguinanti, non causati dai rapporti anali ma da sedentarietà e dinamiche di svuotamento delle feci errate.

I rapporti anali possono peggiorare i sintomi in chi soffre di emorroidi, ma non possono causarle ex novo in individui sani, è molto più facile svilupparle sulla sedia dell’ufficio.
Lievi sanguinamenti durante o dopo il sesso anale possono anche essere causati da lacerazioni della sottile mucosa del retto che è molto più delicata di quella vaginale e non è protetta dalla lubrificazione sessuale.
L’uso di un lubrificante artificiale è sicuramente la prima e più importante regola da seguire, a differenza della vagina che è solitamente in grado di produrre il suo proprio lubrificante l’ano non può farlo, indipendentemente dal livello di eccitazione.

Il sesso anale non è per forza doloroso...

Il sesso anale danneggia la salute?

come temono in molti ma puramente piacevole se si ha l’accortezza di lubrificare e preparare l’orifizio correttamente.
L’altra grande paura che viene associata al sesso anale è la perdita di continenza, la paura di sporcare.
Partendo dal presupposto che in condizioni normali pene (opportunamente protetto) e feci non si incontrano, l’ampolla rettale solitamente si riempie solo prima dell’evacuazione. Nel caso aveste un’ampolla piena senza stimolo per evacuare può essere che ci siano problemi di dissinergia tra pavimento pelvico e sfinteri o uno stato di infiammazione e iperattività del colon.
Lavare profondamente con irrigazioni e clisteri il colon prima dei rapporti non è indispensabile e non è consigliato, rischia di essere ancora più aggressivo sulle mucose e sul microbiota del rapporto in sé, soprattutto se si pratica frequentemente.
Un rischio vero e proprio su cui non si pone sufficientemente attenzione oltre all’aumentato rischio di trasmissione di infezioni sessualmente trasmissibili invece è la contaminazione del pene con il microbiota rettale.
Il sesso anale espone a rischio di malattia anche se entrambi i partner sono sani e senza IST (infezioni sessualmente trasmissibili).
Questo perché le popolazioni batteriche normalmente presenti nel colon possono non essere ben tollerate dalla mucosa del pene o da quella femminile nel caso si passi da una penetrazione anale a quella vaginale.
Nei rapporti anali si consiglia tassativamente di usare il preservativo anche nel caso di rapporti con partner fissi e senza IST.

Il sesso anale danneggia la salute?

A volte invece la paura non è relativa al momento ma è proprio della perdita completa e permanente del controllo sulle feci, come se la penetrazione dovesse alterare lo sfintere lasciandolo aperto.
Questo timore è parallelo a quelli vaginali per cui “perdere la verginità” o partorire lasci per sempre meno stretta l’apertura, paura alimentata spesso da consigli medici malinformati.

Ano e vagina sono due orifizi muscolari che, in condizioni di salute normali, possono aumentare di molto i loro diametri e come tutti i muscoli tornare esattamente al diametro originale senza alcun problema, se fatto con allenamento e in modo graduale questo si applica anche a penetrazioni con oggetti di calibro molto grande senza effetti negativi a lungo termine.
Questo vuole dire che un ano che pratica frequentemente sesso anale e uno “vergine” sono indistinguibili ad un esame medico e lo stesso vale per le vagine “vergini” e non vergini (che spesso ricorrono al sesso anale in giovane età proprio per non perdere la verginità temendo di venire “scoperte” alla successiva visita ginecologica).

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