Il preservativo è uno dei metodi più efficaci per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate.
Nel corso dei secoli, i materiali usati per la produzione del preservativo sono cambiati, passando da pelli ed intestini di animali a gomma, lattice al moderno poliuretano.
Uno dei personaggi chiave nella storia dei preservativi nasce in Italia ed è stato l’anatomista Gabriele Falloppio (si, quello delle tube) che descrisse un involucro di lino, bagnato in una soluzione salina, per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili, tuttavia questa protezione non era connessa alla contraccezione per ovvi problemi religiosi.
Nel corso del XIX secolo, i preservativi iniziarono ad essere prodotti in fabbrica, ma erano ancora fatti principalmente di pelle di animale come montone e agnello o stoffe grezze. Erano costosi, difficili da trovare e poco efficaci nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili perché venivano riutilizzati ed erano composti di materiali porosi. Inoltre, erano privi di qualsiasi regolamentazione sanitaria e questo portava spesso a prodotti scadenti o difettosi.
Nel 1912, il governo italiano emise una legge che regolamentava la produzione e la vendita dei preservativi. Questa legge impose finalmente standard di qualità e igiene per la produzione del dispositivo. Tuttavia, i rimedi economici e fai-da-te fatti di budello di animale continuarono a circolare per molti anni.
Negli anni '20, il preservativo cominciò ad essere prodotto in gomma, ma ancora una volta era poco efficace nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, dato che la gomma non era abbastanza resistente e spesso si strappava.
In aiuto arrivò un altro personaggio chiave, anche lui italiano. Nel 1929, Charles Goodyear brevettò un nuovo tipo di gomma, quella vulcanizzata, ma fu l'ingegnere Luciano Franchi, fondatore della "Manettia Franchi", una fabbrica che produceva gomme tecniche a Firenze, ad applicare questa scoperta sui preservativi. Inoltre, il suo prodotto aveva una forma anatomica e un'apertura più grande rispetto ai preservativi tradizionali. A Franchi si attribuisce anche l'invenzione del serbatoio che dà la classica forma alla punta del preservativo.
Questo preservativo era più confortevole da indossare e più efficace nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, ma il materiale era ancora facilmente soggetto a lacerazioni.
Negli anni '30, si cominciò ad usare il lattice naturale. Questo materiale aveva una maggiore resistenza rispetto alla gomma e, soprattutto, poteva essere prodotto in modo più economico. Uno dei personaggi chiave in questo sviluppo fu il chimico tedesco Fritz Hofmann, per le sue ricerche sui polimeri. Hofmann studiò il lattice naturale e sviluppò un processo per la produzione di un materiale più resistente e di alta qualità. Questo nuovo tipo di lattice divenne il materiale standard per la produzione di preservativi ma anche di moltissimi altri prodotti di gomma.
Negli anni '80, finalmente arrivò il preservativo in poliuretano e cominciò ad essere utilizzato come alternativa al lattice. Questo materiale era più resistente e meno allergenico rispetto al lattice, ma era anche meno elastico, creando nuove sfide nella vestibilità e spingendo alla creazione delle taglie dei preservativi che conosciamo oggi.
Negli anni '90, la ricerca sulla tecnologia dei preservativi, soprattutto negli USA in seguito all'epidemia di AIDS, portò a importanti sviluppi, tra cui la produzione di preservativi lubrificati e preservativi ultra-sottili. Questi preservativi erano più confortevoli da indossare e meno invasivi, aumentando la loro accettazione tra i consumatori.
Mentre i preservativi moderni sono già disponibili in una vasta gamma di materiali, la ricerca continua a cercare materiali ancora più innovativi per migliorare la protezione e il comfort dei preservativi.
Uno dei materiali emergenti è il grafene, un materiale incredibilmente forte e flessibile che offre una protezione eccezionale contro le malattie sessualmente trasmissibili e la gravidanza indesiderata. I ricercatori stanno anche esplorando la possibilità di utilizzare nanotubi di carbonio, che offrono proprietà uniche come l'alta resistenza e la bassa porosità. Inoltre, ci sono anche ricerche sullo sviluppo di preservativi auto-lubrificanti che utilizzano materiali polimerici speciali per ridurre l'attrito e aumentare il comfort.
Con questi sviluppi futuri in mente, sembra probabile che ci saranno ancora molte innovazioni nella tecnologia dei preservativi. Tuttavia, l'obiettivo principale rimarrà sempre lo stesso:
fornire ai consumatori un metodo sicuro ed efficace per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate.
Indipendentemente dal materiale utilizzato, i preservativi hanno cambiato il mondo e da secoli ci forniscono la libertà di pianificare le nostre famiglie.
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Autore:
Claudio Morandini è un fisioterapista e specialista pavimento pelvico.
Lavora a Milano e si occupa anche di educazione e divulgazione sessuale.
Ama molto fare ricerche in ambiti scientifici e storici.
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