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Storia del sadomaso - parte 1

Partiamo dall'ABC

Cari Esploratori,

Le pulsioni erotiche alla base di quello che oggi noi chiamiamo sadomaso sono sempre state presenti nella natura umana. Poiché il modo in cui si esprimono è fortemente dipendente dalla cultura in cui l’individuo cresce e si sviluppa, ed hanno avuto declinazioni diversissime nella storia.
La consapevolezza e la contestualizzazione nell’ambito di un erotismo sano sono invece argomenti molto più recenti.

Sull'autrice:
Gratia Plena è una dominatrice milanese, designer, performer e latex model.
Attiva da dieci anni nella scena BDSM italiana dopo aver spaziato in molti ambienti della sessualità insolita, aiuta le persone a vivere Esperienze uniche e speciali.

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Epoche antiche

Non possiamo ovviamente sapere come ci si rapportava alle sessualità cosiddette “alternative” nei periodi antichi. Tuttavia, queste pulsioni le troviamo spesso espresse in riti religiosi-sessuali, come ad esempio le flagellazioni rituali di Sparta eseguite presso il tempio di Artemide fin dal IX secolo a.c. o il culto mesopotamico di Inanna, dove l’adorazione della dea avveniva fustigando gli adepti mentre danzavano per lei, inducendoli al delirio sessuale.
Anche se più rari, si trovano esempi di sadomaso erotico, come il famoso dipinto presente nella Tomba della Fustigazione di Tarquinia, risalente al V secolo a.c., dove è raffigurata una donna piegata in avanti, in mezzo a due uomini, intenta ad offrire le natiche mentre pratica del sesso orale; e nel mentre viene fustigata e battuta da entrambi.
O ancora l’affresco raffigurante la flagellazione da parte di un essere alato di una donna china sulle ginocchia di un’altra. Questa dovrebbe essere la rappresentazione dell’iniziazione di una giovane sposa ai misteri dionisiaci.
Non mancano esempi nella letteratura antica di racconti di torture erotiche, come nel Satyricon o nelle satire di Giovenale, dove le matrone frustano schiavi solo per il loro divertimento. Ovviamente in queste civiltà antiche il concetto del consenso era molto relativo.

Età dei Lumi (1685)

L’illuminismo rappresenta uno delle svolte più importanti del pensiero umano. L’epoca su cui si fonda il mondo moderno, epoca in cui i concetti di progresso e libertà vennero posti al centro del pensiero. Questo cambiamento culturale si riflette anche sull’erotismo e sulle sue rappresentazioni.
Sono di questo periodo le primissime stampe erotiche a tema sadomaso in senso moderno, come la Flagellazione di Cully, dove una giovane donna in piedi si solleva le sottane con la mano destra mostrando la gamba nuda, e al contempo fustiga un uomo rovesciato su una sedia con le brache calate (la stampa è oggi conservata al British Museum).
In questo periodo scene di erotismo estremo, soprattutto fustigazioni, iniziamo a comparire anche nei romanzi erotici, un esempio su tutti Fanny Hill; nello stesso periodo iniziano a diffondersi sempre più frequentemente nei bordelli attrezzature riconducibili al sadomaso.

Fine 700 - prima metà 800

Questo è il periodo di attività dei due autori che daranno origine al termine sadomaso: De Sade e Sacher-Masoch.
Il lavoro di questi due autori poco c’entrava con il sadomaso; De Sade (conosciuto come il Divin Marchese) voleva descrivere attraverso la sessualità più che altro la corruzione del potere sull’uomo e di come la virtù non porti nulla di buono in una società corrotta. Masoch esprimeva in prosa un rapporto violento e distruttivo verso le donne. A prescindere dagli intenti, dai loro nomi ebbero origine i termini di sadismo e masochismo.
Fu Kraftt Ebing nel 1890 il primo a utilizzare tali termini per descrivere una patologia psicologica nel suo Psychopathia Sexualis. E’ curioso come nel 1903 lo psicologo Ellis scrivesse che tali devianze fossero accettabili nel caso di giochi di coppia consensuali (Love and Pain) ma ci vorrà invece quasi un secolo prima che questo concetto si affermi nella medicina moderna (tale distinzione porterà al termine sadomasochismo).

Il Novecento

Questo è stato il periodo più significativo nell’evoluzione di quello che attualmente conosciamo come bdsm. L’inizio di questo secolo è stato un momento di svolta per quello che si inizia a chiamare SM. Si inizia a formare un immaginario complesso sempre meno ripetitivo e incentrato sulle classiche punizioni corporali: la creatività fa il suo ingresso così come l’estetica.
Un esempio di come questi temi fossero comunque presenti nella vita privata possiamo trovarlo nella collezione di cianotipi di Claude François Jeandel, databili in un periodo a cavallo tra fine Ottocento e primi Novecento, cianotipi scattati da Jeandel stesso che rappresentano donne nude legate nelle più svariate posizioni (la collezione si trova oggi al museo d’Orsay a Parigi).
All’inizio del Novecento, accanto alle prime comunità clandestine, vedono la luce le prime riviste di settore; capostipite edita dal 1918 fu London Life dove, oltre a parlare di feticismi, si veicolavano i primi annunci per incontri e feste private a tema.
Parallelamente a Parigi, nei primissimi anni ’20, la casa di lingerie di Yva Richard, appassionato di fotografia erotica, iniziò la pubblicazione di un catalogo esibizionista con le foto di sua moglie Natyva.
Sempre a Parigi nel 1930 aprì lo Ostra Studio, uno studio fotografico che si specializzò ben presto nella produzione di foto a tema bondage, fustigazione, spanking e, naturalmente, dei primi film. La produzione andò avanti per tutti gli anni 30. Nel 1940 però la Francia fu invasa dai Nazisti e i titolari dello studio deportati ad Auschwitz dove furono uccisi.
In Giappone intorno agli anni 20 iniziò la sua opera Ito Seiu, pittore e fotografo, affascinato dalla tradizione dell’ukiyo-e, di cui in particolare possiamo ricordare alcune opere di Yoshitoshi in cui apparivano figure femminili legate e torturate. Ito era anche appassionato di metodi tradizionali di tortura e interrogatori eseguiti mediante l’uso di corde del periodo Edo. Era solito fotografare sua moglie legata come studio preparatorio per le sue opere il cui tema principale era “la bellezza della sofferenza”. Oggi è riconosciuto come iniziatore del moderno kinbaku (sadomaso giapponese). Purtroppo la maggior parte delle sue prime opere fotografiche sono andate perse durante i bombardamenti alleati su Tokyo.

In ordine:
- tomba della fustigazione Tarquinia
- fustigazione di Cully
- Ito Seiu
- John Willie
- Tom of Finland

Il Dopoguerra

È dopo la Seconda Guerra Mondiale che le dinamiche licenziose riprendono e si evolvono ad un ritmo incalzante sia in Europa sia negli Stati Uniti che in Giappone.
Nel 1946 il fotografo e illustratore inglese John Willie traferitosi a New York inizia la pubblicazione della storica rivista Bizarre, dedicata al bondage, alla dominazione e al feticismo, sulle cui pagine troveranno spazio le avventure di Sweet Gwendoline, uno dei primissimi fumetti erotici sadomaso e il tema delle damsel in distress.
Quasi contemporaneamente in Giappone iniziarono a diffondersi riviste erotiche a basso costo che sempre più spesso avevano illustrazioni di bondage; forse la più famosa fu Kitan Club che nacque nel 1947. Nelle sue pagine comparve per la prima volta proprio il termine kinbaku.
Nel primo dopoguerra, negli Stati Uniti, inizia anche a formarsi un embrione di comunità sadomaso gay tra i reduci di ritorno dal fronte, vissuti sotto stretta gerarchia e disciplina. La sottocultura dei motociclisti offrì loro un posto dove continuare questo cameratismo. Da questa esigenza nasceranno le prime comunità leather. Nel 1951 venne aperto a New York lo Shaw’s, il primo locale Leather Gay apertamente sadomasochista.
Proprio dall’abbigliamento usato dai motociclisti si diffuse nel mondo sadomaso gay l’uso della pelle (cultura leather) e come punto di riferimento estetico c’era Marlon Brando nel film Il selvaggio (1953). Prese sempre più piede la figura dell’uomo gay ipermascolino in seguito cristallizzato nella cultura dai disegni di Tom of Finland.

(continua…)

Guarda il video della Mistress Gratia Plena:

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